Ospite di un pregevole villaggio turistico ecosostenibile chiamato Las Galeras Village situato in una zona ancora non battuta dal turismo di massa, Pulina aprirà un ristorante in cui il meglio della cucina italiana e sarda in particolare, incontrerà gli eccellenti prodotti del territorio, dal pesce ai frutti di mare passando per gli innumerevoli frutti e ortaggi caraibici.
Lunedì 28 settembre lo chef sardo Gianfranco Pulina volerà in Repubblica Dominicana per una nuova avventura. Dal ristorante di famiglia Golden Gate di Bortigiadas, paradiso dei buongustai ormai da tanti anni nel cuore della Gallura, il noto chef televisivo ospite frequente di Geo & Geo e altre trasmissioni, si trasferirà nella splendida baia di Samanà, nel borgo dei pescatori di Las Galeras, luogo idilliaco del paese caraibico. «Saranno i frutti tropicali, i vegetali dei piccoli agricoltori locali e il pescato dei pescatori di Las Galeras la parte fondamentale del menù proposto, dove però non mancheranno richiami alla nostra identità e cultura sarda e naturalmente dominicana – racconta lo chef a pochi giorni dalla partenza -. Porterò con me il meglio della Sardegna, la bottarga, i vini, i formaggi, giusto per citarne alcuni. In questo mi aiuterà un mio grande amico che voglio ringraziare, Pietro Vardeu, un sardo che è diventato una vera e propria istituzione del cibo italiano a Miami». «Per me i veri Caraibi sono questi – racconta lo chef gallurese – perché è una zona ancora molto preservata, un borgo di pescatori con tantissimo pesce di qualità. Sono venuto l’anno scorso per una consulenza e me ne sono innamorato. Ma era un mio sogno da sempre. Vado in Repubblica Dominicana dal 2012 e ogni volta dicevo di voler fare qualcosa di importante in questo territorio straordinario». Che ristorante sarà quello di Pulina al villaggio Las Galeras? «Farò una cucina fusion servendomi del grande stile italiano. Porto il mio sapere legato alla conoscenza della cucina di mare e lo elaboro con il prodotto locale. Farò incontrare le due isole, che per certi versi si assomigliano tantissimo. La clientela sarà americana per circa l’80%, internazionale per il restante 20%. Nel tempo ho scoperto che quando agli americani fai conoscere i nostri prodotti diventano letteralmente matti. Dalla bottarga alla semplice insalatina con i vegetali del posto. Certo, bisogna saperglieli raccontare perché sono molto curiosi e desiderosi di conoscere bene quello che stanno mangiando».Nel menù ci sarà spazio sia per i piatti più prettamente “fusion”, come il polpo arrosto con Yuca, olio sardo e bottarga di Cabras, ma anche per i classici della tradizione sarda e italiana realizzati con le migliori materie prime, dai malloreddus alla campidanese agli spaghetti alla carbonara con guanciale e pecorino. «Si tratta di un progetto parallelo alla mia attività in Sardegna – conclude lo chef -. Il Golden Gate resterà aperto regolarmente e sarà seguito in maniera eccellente dai miei familiari. A 41 anni mi sentivo pronto per portare la mia idea di cucina all’estero. Il periodo particolare legato all’emergenza Covid non mi spaventa, se si scelgono i momenti più difficili per dare vita ai nuovi progetti si fa in modo che poi, quando le cose torneranno normali sarà tutto più in discesa».
Comments